L’Inter è in fase di ricostruzione dopo una finale persa di Champions League e dopo aver concluso il ciclo di Simone Inzaghi. Con Cristian Chivu al comando, la squadra dovrà assumere una forma diversa, grazie anche alla sessione di calciomercato che oltre a portare innesti importanti, modificherà le dinamiche interne con qualche addio altrettanto necessario, come potrebbe essere quello di Kristjan Asllani arrivato al capolinea.
Fabio Capello, ex allenatore, ha commentato il futuro dell’Inter ai microfoni de La Gazzetta dello Sport, toccando diversi temi, partendo da quello della finestra estiva di mercato, per finire a parlare delle motivazioni che la squadra dovrà avere per raggiungere diversi obiettivi la prossima stagione: “Oggi l’Inter è l’unica squadra che possa competere con il Napoli per la rosa e il valore. Lookman è forte e cambia tutto, una scelta intelligente in caso dovesse arrivare. Può giocare con Lautaro e Thuram se li convinci, sono tre giocatori offensivi e posso capire le perplessità. Guarda Kvaratskehlia: nel PSG rientra e corre come non ha mai fatto al Napoli e non è che Spalletti non glielo chiedesse, ma semplicemente Luis Enrique ha trovato la chiave”.
Inter, Capello: “Chivu conosce l’ambiente, Calhanoglu non è vecchio”
Poi Capello analizza le possibilità di Chivu di poter trovare la chiave di lettura per la nuova squadra: “Penso che Chivu possa trovare la chiave per Calhanoglu che non è vecchio e solo un anno fa era secondo solo a Rodri tra i play. Conosce bene l’ambiente e gli uomini al comando. È un ragazzo intelligente e l’ho voluto io alla Roma, è capace e ha idee. Deve diventare leader e convincere la squadra. Il vero acquisto sarà la voglia di rivincita: hanno preso Esposito, Bonny e Luis Henrique, hanno solo bisogno di un centrale e Leoni sarebbe un ottimo investimento”.
E conclude: “All’Inter devono riflettere su una cosa. Erano i più forti di Italia e sono arrivati secondi in campionato e Supercoppa, erano forti in Europa e sono arrivati secondi. Insomma, non hanno dato quello che avevano e potevano dare di più”.