Il calciomercato è particolare, lo si sa: intrecci, colpi di scena e sliding doors possono aprire scenari inattesi. Basta una mossa e all’improvviso, il destino di una squadra può cambiare. L’estate dell’Inter è stata così: piste che sembravano calde come Lookman, Koné o Leoni, ma mai davvero concluse.
Poi, come in un action movie, ecco il colpo a sorpresa, arrivato proprio sul gong: Manuel Akanji. E diciamolo senza giri di parole: potrebbe essere il tassello che cambia tutto, quello che innalza il livello dell’intera rosa a disposizione di Chivu, trasformando la difesa nerazzurra in un vero e proprio arsenale tattico.
Il post Pavard e la novità Akanji
Separarsi da Benjamin Pavard non è stato semplice. I tifosi si erano affezionati a “Benji l’Interista“, e il club ha dovuto salutare un giocatore di grande livello. Ma la testa del difensore era altrove, e quella famosa foto post padel in pieno Mondiale per Club non è passata inosservata dalla dirigenza.
Ecco allora Akanji: talento, esperienza e, soprattutto, un’intelligenza calcistica fuori dal comune. Non solo numeri e statistiche, ma capacità di leggere il gioco e incidere in fase di costruzione, diventando immediatamente un’arma tattica preziosa per Chivu.
Prenderà il posto dell’ex Bayern Monaco come braccetto di destra, ma non aspettatevi un semplice rimpiazzo: il suo stile ricorda più Bastoni, pronto a supportare i centrocampisti e a cercare passaggi in profondità, dando spessore e visione alla manovra d’attacco.
Akanji: il nuovo jolly della difesa nerazzurra
Akanji non è solo un braccetto: può giocare centrale, a sinistra o a destra, adattandosi a qualsiasi esigenza. Chivu avrà in mano un vero e proprio jolly difensivo, capace di coprire tutte le caselle quando serve. I tifosi nerazzurri ricorderanno l’azione della finale di Champions 2023: fu proprio Akanji, avanzato fino alla trequarti, a leggere il corridoio per Bernardo Silva, preludio al gol decisivo di Rodri.

A 30 anni, lo svizzero porta con sé un bagaglio impressionante: 12 trofei in 10 stagioni tra Basilea, Dortmund e Manchester City. Fisicità, senso della costruzione, presenza sui piazzati: tutti ingredienti perfetti per accelerare la rivoluzione difensiva della nuova Inter guidata dal tecnico romeno.
Numeri e affidabilità
Secondo quanto riportato dalla Gazzetta dello Sport, nella scorsa stagione lo svizzero è stato il 4^ difensore in Premier League con più passaggi progressivi (158), dietro solo a Van Hecke (228), Van Dijk (198) e Rúben Dias (160). Tradotto, non sarà un goleador alla Sergio Ramos – come testimoniano i 17 gol e 10 assist in carriera – ma sa aprire le difese con il passaggio giusto.
Atleticamente, Akanji è sempre stato una garanzia: nei tre anni al Manchester City nessun compagno ha accumulato più minuti, nonostante un serio infortunio all’adduttore nell’ultima stagione, ormai superato. Nonostante i 19 match saltati tra club e nazionale, ha comunque superato i 3.000 minuti, più di Acerbi, De Vrij, Bisseck e Pavard.
Curiosità: non affidategli i rigori. Euro 2020 e 2024 lo hanno dimostrato. La sua forza, però, non è nei tiri dal dischetto, ma nel leggere il gioco, anticipare, costruire e guidare la retroguardia.
Akanji, il ministro della difesa nerazzurro
Tutti questi elementi fanno pensare che Manuel Akanji, se in piena condizione, possa diventare il vero leader difensivo dell’Inter: il “custode silenzioso” pronto a dirigere la retroguardia, dare fiducia ai compagni e trasformare ogni partita in un esercizio di precisione tattica. Un uomo che sa quando chiudere, quando salire e quando offrire il passaggio che spezza le difese. L’Inter potrebbe aver trovato il suo nuovo ministro della difesa.