La partita tra Ajax e Inter andrà in scena a partire dalle 21:00 del 17 settembre e segnerà il primo passo dei nerazzurri in questa nuova edizione di Champions League. Per Cristian Chivu invece sarà la prima gara da allenatore in panchina nella competizione europea, a guida di quella squadra con cui la Coppa l’ha vinta. Per il tecnico rumeno però le emozioni potrebbero essere contrastanti: per lui, infatti, ci sarà un salto nel passato, e sfiderà proprio quella squadra con cui ha mosso i primi passi nel mondo del calcio.
Lo storico dirigente dell’Ajax David Endt ha raccontato a La Gazzetta dello Sport i primi momenti di Chivu nella squadra olandese: “I primi mesi furono un vero incubo: giocava, sbagliava, si rialzava, sbagliava ancora, collezionava rossi. Ai tifosi non piaceva e lui non parlava con nessuno, per questo ci pensammo noi. Gli trovammo una casa vicino Amsterdam per stare tranquillo e lì iniziò la sua nuova vita”.
Ajax-Inter, Endt su Chivu: “Si prese la responsabilità di uno spogliatoio difficile”
Poi continua: “Era l’Ottobre del 1999, la quarta gara della sua vita con l’Ajax, sconfitta per 2-1 contro il Roda. Venne espulso e i tifosi lo fischiarono e lui se la prese. Nella partita successiva fu espulso ancora. Poi da lì iniziò tutto: i compagni lo aiutarono ad ambientarsi, legò con Van der Meyde e Ibrahimovic, con cui una volta venne alle mani. Cristian era il capitano, mentre Zlatan un giocatore con personalità. Uno che una volta rischiò la vita per colpa di Mido che gli lanciò addosso delle forbici, le conservo ancora. Lui e Chivu alzarono la voce e ci fu una forte discussione, ma alla fine non successe nulla. Come capitano sapeva capire momenti e compagni. Quell’Ajax tra il 2000 e il 2004, uscì ai quarti di Champions con il Milan, era una squadra incredibile. Sia in campo che fuori”.
Poi ancora: “Le corse in autostrada di Mido, Ibra e Van der Meyde? Tutto vero. Ma Chivu gestiva tutto con calma. Quando Koeman gli diede la fascia aveva 21 anni, lo prese da parte e gli disse “Tu oggi diventerai un uomo”. Se n’è sempre fatto carico e tutto in uno spogliatoio difficile da gestire. È stata dura ma conservo molti cimeli di quel periodo. Avevo anche una sua maglia”