Vieira si racconta: “Non ho ricevuto chiamate dall’Inter, via prima del Triplete per colpa mia”

Patrick Vieira ha raccontato il suo periodo da giocatore dell'Inter e il suo rapporto difficile con Mourinho. L'attuale allenatore del Genoa ha commentato anche le voci della scorsa estate che lo vedevano sulla panchina nerazzurra

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La scorsa stagione in casa Inter si è conclusa con l’addio di Simone Inzaghi e tra i profili spesso affiancati ai nerazzurri prima di scegliere Cristian Chivu c’è anche Patrick Vieira, ex calciatore della Beneamata e attuale allenatore del Genoa.

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Il francese si è raccontato ai microfoni del Corriere della Sera raccontando anche il suo passato meneghino: “Sono un allenatore diretto e onesto, i miei ragazzi sanno che possono sempre per venire nel mio ufficio per una discussione, devo dire loro anche quello che non vogliono sentirsi dire”.

E continua: “Ho imparato tanto dai tecnici che ho avuto, la loro qualità era essere se stessi, non devo imitarli: Wenger era molto più diplomatico, mentre Mourinho e Mancini meno. Dall’Inter sono andato via a gennaio, pochi mesi prima del Triplete, ma per colpa mia, non sua. Mi ha sempre detto le cose con trasparenza, abbiamo avuto un rapporto difficile, ma sincero. Quando ci siamo rivisti ci siamo salutati con affetto e ora che sono dall’altra parte comprendo il suo punto di vista”.

Vieira: “Io e Ibra vivevamo di competizione, non sono stato cercato dall’Inter”

Vieira poi racconta il suo rapporto con Zlatan Ibrahimovic: Entrambi vivevamo per la competizione, anche in allenamento. Lo stesso vale per i nostri compagni. Penso a Buffon, Cannavaro, Thuram alla Juve. A Cambiasso, Zanetti, Stankovic all’Inter. Non sono mancati gli scontri con lui, ma fa parte del calcio. Siamo però buoni amici, nel calcio non c’è nulla di personale. Per alzare il livello della squadra bisogna essere esigenti con i compagni“.

Per concludere il suo discorso, Vieira parla anche delle voci che lo vedevano all’Inter in estate: Ho letto e sentito tanto, ma a me non è arrivato nulla. Io volevo solo lavorare nel Genoa anche per i tifosi che sono eccezionali. Il popolo genoano ha una passione incredibile e si crea un’atmosfera che mi fa pensare all’Inghilterra”.

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