Il trasferimento di Benjamin Pavard al Marsiglia è diventato ufficiale, segnando un cambio di rotta importante nella retroguardia dell’Inter. Dopo una stagione positiva in Serie A, il francese ha deciso di tornare in patria: l’operazione è stata chiusa con un prestito oneroso e un diritto di riscatto fissato a 15 milioni di euro. Una mossa che, seppur annunciata da tempo, ha sorpreso per il tempismo, visto il ruolo centrale che Pavard aveva assunto nelle rotazioni difensive.
La sua capacità di costruire gioco dal basso e la precisione in fase di impostazione erano qualità apprezzate da Inzaghi, ma la dirigenza ha optato per un cambio di prospettiva, puntando su Manuel Akanji, arrivato dal Manchester City. Con lui l’Inter guadagna un difensore fisico, più incline alla marcatura individuale, a conferma della volontà di rafforzare l’aspetto della solidità difensiva.
L’impatto economico e le nuove idee tattiche
Dal punto di vista economico, l’operazione non stravolge i conti. Pavard percepiva 5 milioni netti annui, cifra simile a quella di Akanji, ma con una differenza sostanziale: il francese godeva dei benefici del Decreto Crescita, mentre lo svizzero inciderà per circa 1,5 milioni in più sul bilancio del club.
Sul piano tattico, l’addio di Pavard costringe Cristian Chivu a riflettere su nuove soluzioni. Il 3-5-2 resta lo schema di base, ma non è escluso un passaggio alla difesa a quattro, con Akanji pronto a garantire copertura e aggressività. Il cambio non segna una rottura, ma una transizione verso un modello difensivo diverso, in cui l’Inter sceglie di sacrificare un costruttore di gioco per un marcatore puro, più in linea con le esigenze di questa fase della stagione.