Il calciomercato dell’Inter si è chiuso lasciando più amarezze che entusiasmo. Quella che era stata annunciata come una rivoluzione non si è mai concretizzata e, salvo la cessione last minute di Benjamin Pavard, la rosa è rimasta sostanzialmente invariata. Una scelta che ha scatenato le critiche, tra cui quella pungente di Libero, che parla senza mezzi termini di occasione sprecata.
Secondo il quotidiano, la dirigenza nerazzurra era perfettamente consapevole della necessità di voltare pagina e di aprire un nuovo ciclo, ma ha preferito non intervenire in maniera decisa. Il confronto con il Milan viene spontaneo: i rossoneri, pur alle prese con un anno zero e con le difficoltà di un progetto ancora acerbo, hanno comunque scelto di azzerare e ripartire. L’Inter, invece, si è affidata alle certezze del suo blocco storico, senza quel coraggio che i tifosi speravano di vedere.
Numeri al posto di sentimenti
Il vero limite, scrive Libero, è stato quello di «privilegiare i freddi numeri ai sentimenti». La scelta di non smantellare la rosa non sarebbe stata dettata dai vincoli della proprietà, quanto piuttosto da una strategia conservativa che ha finito per ricalcare le stesse dinamiche che Simone Inzaghi non aveva voluto accettare in passato. A portarla avanti è stato invece Cristian Chivu, ritrovatosi a guidare una squadra rimasta pressoché immutata, senza quei rinforzi che avrebbero potuto incidere.
Il bilancio, dunque, parla di un mercato giudicato timido e incapace di proiettare l’Inter verso un salto di qualità. Una delusione che rischia di pesare non solo sulle ambizioni stagionali, ma anche sulla percezione di un club che, dopo la fine di un ciclo vincente, non ha colto l’opportunità per aprirne uno nuovo.