Archiviata la delusione della finale persa con il PSG, l’Inter si prepara a vivere una nuova avventura in Champions League con prospettive non solo sportive ma anche economiche. Con il format introdotto dalla UEFA, a girone unico con 36 squadre, il club nerazzurro partirà con un incasso minimo garantito da 50,9 milioni di euro, anche nell’ipotesi – remota – di otto sconfitte consecutive.
La sola partecipazione alla fase iniziale assicura infatti 18,62 milioni, cui si aggiungono i bonus per i risultati (2,1 milioni a vittoria, 700mila per il pareggio). Rispetto al passato le cifre per singolo match sono leggermente inferiori, ma nuove voci di premio compensano il gap.
Market pool e ranking: il peso dell’Inter
Il sistema UEFA lega ora una parte consistente degli introiti al cosiddetto pilastro value, che unisce market pool e ranking decennale. La distribuzione totale di 853 milioni è suddivisa in quota europea (623 milioni) e non europea (230 milioni).
Per l’Inter ciò significa circa 23,37 milioni dalla quota europea, determinata dal valore del mercato italiano dei diritti tv, e altri 8,65 milioni dalla quota non europea, calcolati in base al ranking storico. A questi importi si aggiunge il bonus minimo di classifica da 275mila euro.
Una leva economica fondamentale
Il nuovo regolamento garantisce così ai nerazzurri una base solida di entrate, destinate a crescere con i risultati sportivi. Per la squadra di Cristian Chivu la Champions non è solo la vetrina internazionale più prestigiosa, ma anche un motore economico decisivo per sostenere il progetto tecnico e il mercato.