Il nuovo episodio di “On Board”, il format di Inter TV powered by Betsson Sport dedicato ai volti nuovi della stagione, ha avuto come protagonista Ange-Yoan Bonny, attaccante francese classe 2003. Nel corso dell’intervista, il giovane nerazzurro ha ripercorso le tappe della sua vita e della sua carriera, rivelando curiosità personali e raccontando il forte legame con il tecnico Cristian Chivu.
Tra i ricordi più emozionanti, Bonny ha mostrato una foto della sua infanzia, in cui indossava già una maglia dell’Inter. «Me l’aveva regalata mia madre quando avevo sei o sette anni – ha raccontato – oggi giocare qui è come realizzare il sogno di un bambino. Mia mamma è africana e amava Eto’o: è stata lei a trasmettermi questa passione».
Dal judo a Parma, fino alla Serie A
Prima di scegliere definitivamente il calcio, Bonny ha provato altre strade: «Ho fatto otto mesi di judo perché ero un bambino iperattivo e mia madre pensava che mi avrebbe calmato. Alla fine, però, tutte le strade mi hanno portato al pallone».
Il percorso professionistico è iniziato con il Parma, una tappa fondamentale per la sua crescita. «Ho imparato tutto lì: la lingua, lo stile di gioco italiano, persino il parmigiano. Porto quella città nel cuore. Ricordo con affetto il gol di tacco segnato al Como: un momento speciale della mia esperienza in Serie B. All’inizio giocavo più indietro, poi grazie a Pecchia e Chivu ho trovato fiducia in attacco».
Il rapporto con Chivu e gli obiettivi futuri
Il legame con l’attuale tecnico dell’Inter è un altro passaggio centrale della sua crescita. «Chivu è una persona speciale, mi ha dato fiducia fin dall’inizio. Ha giocato ad altissimo livello e mi trasmette tanto, anche fuori dal campo. Mi ha insegnato che non conta il livello dell’avversario: bisogna sempre giocare il proprio calcio e dare il massimo. La sua forza è la capacità di trascinare il gruppo».
Infine, lo sguardo al futuro. «È ancora tutto da scrivere – ha dichiarato Bonny – voglio vincere più titoli possibili con l’Inter e diventare uno dei migliori giocatori della mia generazione. La stagione più bella è quella che deve ancora arrivare».
