Uno dei punti fermi dell’Inter, nell’arco degli ultimi anni, è stato senza dubbio Francesco Acerbi. Arrivato nell’estate del 2022 dalla Lazio, tra scetticismo e critiche, il centrale è riuscito a prendersi da subito la titolarità al centro della difesa. Sono tanti gli avversari chiusi dal 37enne, che in quel di Milano ha vissuto una vera e propria seconda giovinezza. Il classe 1988 ha presentato il suo libro “Io, Guerriero” ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue dichiarazioni: “Dopo la finale di Champions League non eravamo arrabbiati. Era difficile da decifrare, però ho visto la stanchezza mentale di tutti dopo gli impegni tra campionato e Coppa Campioni. Abbiamo pensato davvero di vincerla però, ma abbiamo incontrato un PSG perfetto. Contro queste squadre non basta il 100%”.
Lo stesso Acerbi ha parlato della rete siglata al Barcellona: “Mi ricordo perfettamente il 3-2 di Raphinha, non ero arrabbiato. Ho pensato di farmi avanti, tanto perdere con quel risultato o 4-2 non cambiava niente. Se la palla fosse arrivata, sarei dovuto essere lì. Denzel è riuscito a metterla in mezzo e ha fatto gol. L’emozione è stata bella, nonostante sapessi che c’era tutto da conquistare ancora. Mancava ancora tanto in quel momento. Quella serata è stata indimenticabile“.
Inter, Acerbi: “Bisogna resettare dopo la finale”
Ai microfoni di Sky Sport, Acerbi è tornato sulla finale persa con il PSG per arrivare al presente: “Basta con lo shock di quel match, siamo grandi e vaccinati. Abbiamo avuto 3/4 mesi per pensarci, bisogna resettare e ripartire. Chivu? I suoi allenamenti sono diversi da quelli di Inzaghi, anche per l’intensità. Ha ottime idee, è una brava persona, ha preparazione essendo stato in gruppi forti ed avendo vinto. Mi ha stupito in positivo. Sa cosa vuol dire stare in un contesto importante, è una persona molto intelligente che sa cosa vuol dire vincere e perdere”.