Negli ultimi di gioco l’Inter conquista la vittoria contro l’Hellas Verona, ringraziando Frese e il suo autogol che hanno sbloccato il match fermo sull’1-1. Cristian Chivu dunque conquista tre punti e vola in alto alla classifica ad un solo punto dal Napoli. A commentare la sfida ci ha pensato l’allenatore rumeno ai microfoni di DAZN: “Facendo la scivolata ho rovinato la divisa. Si vince così, abbiamo vinto contro una squadra organizzata e insidiosa che ci ha messo anche in difficoltà. Questo tipo di partite è più facile perderle che vincerle e poi quando fai gol all’ultimo esulti perché ci hai provato fino in fondo consapevole che poteva andare anche peggio”.
Poi prosegue: “Palombo è l’artefice dello schema sul calcio d’angolo. Ero anche contrario, gli ho detto “Se va male è 1-0 per loro perché ripartono in contropiede e ci fanno male per la velocità che hanno”. Ma quando hai un certo tipo di giocatore puoi anche provare questo tipo di situazioni, ed è merito di Angelo, Filippo e dei ragazzi che cercano di portare sempre nuove idee sui calci piazzati. Poi hai Calha che la mette dove vuole e Zielinski che al volo sa fare e dal punto di vista tecnico è molto forte, ci provi. Si fanno i complimenti allo staff che si impegna, che studia, e che portano sempre cose nuove”.
Hellas Verona-Inter, Chivu: “L’inerzia della partita è cambiata, Lautaro è un leader”
E continua: “Non è che nel secondo tempo abbiamo rallentato, ma è sempre un blocco basso, attiriamoli, facciamo che siano loro a venire da noi e a scoprirsi un po’. Abbiamo fatto due belle azioni in quell’occasione, ma non siamo riusciti a chiudere la partita. Poi loro sulle seconde palle sono bravi e sono andati in porta. L’inerzia lì cambia, a volte cambia anche l’intensità della partita. Il Verona è una squadra allenata bene e sa cosa fare con qualità”.
Il focus poi si sposta su Lautaro Martinez e compagni: “Lautaro non segna da una settimana, a Bruxelles ha segnato. Non dobbiamo fare un caso di quello che Lautaro è in questo momento, perché dal punto di vista di leadership e di come trascina la squadra è un esempio per tutti. Non creiamo un caso dove non c’è motivo di farlo. Per me conta il giocatore che è e di quello che fa. Non ho solo la Serie A, ho anche la Champions League da giocare”.
