Il campionato dell’Inter si apre in un clima diverso dal solito. Alla vigilia della sfida di San Siro contro il Torino, la Curva Nord ha diffuso un comunicato durissimo in cui annuncia la decisione di restare fuori dallo stadio fino a data da destinarsi. Una protesta che punta il dito contro rincari degli abbonamenti, black list che hanno escluso decine di tifosi dai rinnovi e restrizioni giudicate inaccettabili.
«Volete uno stadio-teatro? Tenetevelo», si legge nella nota, che non lascia spazio a interpretazioni. I gruppi organizzati hanno spiegato che rimarranno fuori dal Meazza «fino a quando i nostri ragazzi non potranno tornare sugli spalti come tutti gli altri tifosi», fino a quando «striscioni e bandiere non torneranno a colorare la curva» e fino a quando i prezzi dei biglietti non torneranno accessibili.
Uno stadio silenzioso come forma di protesta
La Curva invita anche gli altri tifosi a non intonare cori né esporre bandiere, chiedendo a tutti i club affiliati di non appendere striscioni. «Un Meazza spoglio, grigio e silenzioso farà molto più rumore di qualsiasi coro», è l’appello lanciato dagli ultras.
Il messaggio è chiaro: il tifo organizzato non intende più accettare quello che considera un sistema repressivo e orientato solo al profitto. La Nord si ritroverà al Baretto, storico punto di aggregazione fuori da San Siro, prima, durante e dopo le partite, in attesa di capire se le istituzioni sportive e la società apriranno un dialogo.
Una protesta che lascia il segno e che segnerà inevitabilmente l’atmosfera della prima giornata: l’Inter di Chivu scenderà in campo davanti a un Meazza orfano del suo cuore pulsante.