C’è stato un tempo in cui Federico Bonazzoli era considerato un predestinato. Attaccante di talento cristallino nelle giovanili dell’Inter, sul suo conto si sprecavano paragoni e aspettative. Oggi, a 28 anni, il centravanti della Cremonese ha fatto i conti con quel passato e con la sua evoluzione, raccontandosi in una lunga intervista a SportWeek.
«Per le aspettative che mi si erano create intorno quando ero nel settore giovanile dell’Inter, sicuramente avrò deluso qualcuno», ha ammesso con sincerità. «La responsabilità è anche mia: se non sono riuscito a fare una carriera di livello ancora più alto è colpa mia. In alcuni casi ci sono state circostanze esterne, ma io credo nel merito: quello che ho ottenuto è perché me lo sono meritato. Nessuno regala niente, questo era il percorso destinato a me».
Il legame con l’Inter e la maturità
Il ricordo dei suoi anni nerazzurri è ancora vivido: «C’è chi arriva all’Inter a 16 anni e ci resta fino a 40. Io ho avuto un cammino diverso: a volte lineare e col sole, altre con temporali forti. Ho sbattuto la testa, mi sono perso e ritrovato. Ma ho sempre cercato di vivere tutto con equilibrio».
Oggi Bonazzoli si presenta come un giocatore più maturo, lontano dall’etichetta del “predestinato” ma consapevole del proprio valore. «Trovare l’equilibrio è la chiave per stare bene», ha concluso. Un messaggio che va oltre il calcio, frutto di un percorso tortuoso ma autentico, vissuto senza rinnegare nulla.