Nel corso dell’evento il Festival dello Sport di Trento, anche Henrikh Mkhitaryan, come Luciano Spalletti, ha parlato del suo momento con l’Inter e di alcuni aneddoti sul passato recente, commentando anche il suo trasferimento in nerazzurro e le due finali di Champions League giocate negli ultimi tre anni e raccontando la sua autobiografia appena uscita dal nome “Sempre al centro”.
L’armeno ha commentato la sua avventura all’Inter: “Tutto è iniziato dopo il mio secondo anno alla Roma, quando ho avuto quella chiamata di Ausilio in cui mi ha detto che l’Inter mi voleva. Dopo quella telefonata non ci siamo più sentiti. Poi alla terza stagione alla Roma c’era il discorso del rinnovo. Tiago Pinto sapeva che mi piaceva la città e che volevo finire la carriera là. Dopo aver giocato contro l’Inter mi ha richiamato Ausilio. Noi eravamo ancora in corsa e dovevamo giocare la finale di Conference League, ma ho detto sì perché la Roma non era stata chiara con me. La Roma mi aveva detto di parlare con Mourinho e di dirgli cosa volevo. Ma era tardi e avevo già dato la mia parola all’Inter”.
Poi prosegue parlando di Inzaghi: “Ho vissuto tre anni bellissimi con lui, mi ha dato una seconda giovinezza. È stato un allenatore fondamentale e importante per questa Inter. La gente parlava più del suo addio che della finale di Champions e questo magari ci ha un po’ disturbato. Lui non voleva parlare di niente e concentrarsi sulla finale”.
Inter, Mkhitaryan: “Con Chivu gioco meno, ma accetto”
Mkhitaryan ha poi parlato del suo periodo con Cristian Chivu: “Con lui gioco meno, non posso dimenticare che farò 37 anni. Sono pronto ad aiutare giocando una partita a settimana e non giocandole tutte. Sto accettando tutto quello che fa per la squadra perché lui fa tutto per il bene del club. Vedo una persona con un grande futuro”.
Poi il centrocampista ex Roma ha commentato le due finali di Champions League perse sotto la gestione di Inzaghi: “A Istanbul siamo andati come una squadra che doveva perdere 3-0, perché loro erano troppo forti. Ma abbiamo fatto vedere a tutti che potevamo giocarcela alla pari. A Monaco, magari ci siamo bruciati perché giocando contro Bayern e Barcellona, facendo 4 partite super, abbiamo pensato di poter vincere anche contro il PSG”.