Acerbi si racconta: “Mai rifiutato la Nazionale, a Monaco eravamo cotti mentalmente”

Francesco Acerbi si racconta ai margini della presentazione della sua autobiografia "Guerriero": tanti i temi toccati, dalla finale di Champions League alla sfida contro il Sassuolo e il rapporto con l'ex allenatore Simone Inzaghi

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L’Inter prosegue il suo cammino in Serie A e con la vittoria contro il Sassuolo ha ripreso la sua corsa ai vertici della classifica. Tra i protagonisti della serata anche Francesco Acerbi che invece aveva riposato nella prima sfida di Champions League. Il difensore italiano si è da poco dilettato nella scrittura di una sua autobiografia, toccando i temi più caldi della sua vita e della sua carriera, tra Italia e Inter, ma non solo.

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Ai margini della presentazione di “Guerriero“, Acerbi ha parlato così: “Un giocatore di 37 anni sta abbastanza bene il lunedì, poi dipende da che tipo di partita è e da che persona sei. Magari dormi poco perché hai giocato la sera e vai a dormire ad un orario insolito, poi vai agli allenamenti e sei un po’ stanco. Dopo due giorni magari ti viene fuori qualche acciacco, ma dipende dalle partite, da come stai e quanto giochi”.

Poi parla del rapporto con Simone Inzaghi, ex allenatore dell’Inter, e della fatidica finale di Champions League: “Inzaghi è simpatico, un allenatore in gamba e c’è massimo rispetto e fiducia reciproca. Va bene avere un rapporto giusto. Anche nei confronti dei miei compagni aveva un rapporto morboso che a me non piacerebbe. Giusto mantenere le distanze perché tu sei il mister e io il giocatore. Poi magari ci prendiamo il caffé insieme o ci facciamo un viaggio con le famiglie, ma se c’è quel tipo di rapporto fai fatica a dire di no.”

Continua: “Ero a Reggio Emilia in treno e vedo un numero di telefono, era Inzaghi e mi disse “Vieni alla Lazio?”. Quella fu un’estate lunga e chiamai il Sassuolo per convincermi a farmi andare. Dopo il discorso della malattia non potevo dire di no, ma poi è giunto il momento di dire basta. In quel periodo sentivo il mister ogni giorno, ogni 6 minuti”.

Inter, Acerbi: “Noi cotti mentalmente, c’era tensione”

Francesco Acerbi parla poi della finale di Champions League, persa 5-0 contro il PSG: “A parte che il PSG era molto forte, noi forse eravamo cotti mentalmente. Con il senno del poi eravamo favoriti, battendo Barcellona e Bayern Monaco che secondo me era anche più forte. Inconsciamente però avevi qualcosa addosso che ti diceva di dover vincere la Champions League. Avevamo fatto un grande percorso ma con grande fatica. Gli infortuni e robe varie e in campionato eravamo ancora lì. Andammo a Como pensando che il Napoli potesse fare un passo falso. Alla fine se perdi il campionato e hai una finale di Champions davanti sei un po’ giù.”

E ancora: “Tutte queste cose, la tensione della finale, non hai vinto nulla e dovevi per forza vincere qualcosa per non buttare la stagione. C’era troppa pressione e siamo arrivati scarichi. Anche dopo la partita, non è che eri incazzato, niente”.

E conclude: “Ieri ero abbastanza nervoso anche per il gol subito e potevo fare meglio, mi darei un 6. Non è che perché si vince allora fai una bella partita, così quando perdi non è che va sempre male. Non mi sento più forte, magari per come vivo io il calcio mi sento più tranquillo e calmo. Sull’impegno invece non mi sono fermato neanche a questa età”.

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