Inter, Ranocchia: “La fascia di capitano a Icardi mi fece male, Stankovic mi aiutò a rifiutare la Juventus”

Andrea Ranocchia ha parlato del suo passato all’Inter e del periodo difficile che ha vissuto in nerazzurro

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Oggi opinionista ed esperto del settore, qualche anno fa difensore dell’Inter: Andrea Ranocchia è stato il primo capitano dopo l’era Zanetti, ma il suo percorso in nerazzurro non è sempre stato facile. Proprio lui, ai microfoni del Corriere dello Sport, ha parlato del suo periodo alla Beneamata: “La fascia ereditata da Zanetti fu una responsabilità enorme, anche se c’è stata la possibilità che non la indossassi. Era il 2014 ero in Brasile con la nazionale e arrivarono due offerte importanti: una era il rinnovo con l’inter, l’altra da parte della Juventus e Conte spingeva per raggiungerlo a Torino. Poi fu Stankovic ad aiutarmi, dicendo: “Se vinci uno scudetto con l’Inter, il tifoso si ricorderà di te per sempre, se lo fai con la Juventus, lo vince il club”. Aveva ragione e lo capii solo dopo diversi anni”.

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Ranocchia poi prosegue parlando degli anni bui con l’Inter: “Ci fu un cambio generazionale e societario, fatto di incertezze ed è stato complicato. Ero lì da tanto tempo, e per i tifosi era automatico prendersela con me era come essere nelle sabbie mobili e nella mia testa andava tutto male, qualsiasi cosa cercassi di fare finivo sempre più giù. La palla pesava tanto, facevo fatica a fare un passaggio e sui social mi riempivano di insulti e spesso ci si dimentica che i giocatori sono ragazzi che non hanno l’esperienza per gestire certe pressioni. Penso di aver vissuto la depressione e non uscivo di casa per evitare di prendere insulti. È stato fondamentale iniziare un percorso psicologico per rialzarmi. Anche la boxe mi ha aiutato. Quel famoso incontro tra Conte e Lautaro l’ho organizzato io, i guantoni erano i miei. Due caratteri difficili e quello era l’unico modo per sdrammatizzare.

Inter, Ranocchia: “Grato a Spalletti, Conte mio padre calcistico”

Ranocchia ha parlato poi degli allenatori che lo hanno aiutato durante la carriera, facendo particolare riferimento a Conte e Spalletti: “A Spalletti sarò sempre grato. Durante un ritiro mi difese dagli insulti di un tifoso. È stata la prima persona a proteggermi dopo anni. Conte invece è il mio padre calcistico, vive per il calcio e per la vittoria. È un allenatore impegnativo, ma ottiene quello che vuole”.

Poi termina: “Oggi Inter e Napoli sono le più attrezzate, ma attenzione al Milan che non ha competizioni europee. L’Inter lotterà fino alla fine e sarà protagonista anche in Champions, ormai un punto di forza”.

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