Sarebbe bastato un pareggio. Novanta minuti appena per consolidare un primo posto nel girone che pareva ormai scritto, alla portata. E invece la Juventus si è sgretolata sotto i colpi del Manchester City, travolta da cinque reti e da una superiorità tecnica e mentale che ha lasciato impietriti tifosi e addetti ai lavori. Un’umiliazione che pesa. E che rischia di costare caro: agli ottavi, ora, l’incrocio con il Real Madrid è più di un’ipotesi. È una minaccia reale.
Il lampo iniziale, poi la caduta
E dire che l’avvio lasciava spazio all’illusione. Perché se è vero che Doku aveva sbloccato il risultato già al 9’, è altrettanto vero che la Juventus aveva reagito subito con carattere e concretezza, sfruttando un clamoroso errore di Ederson: rinvio sbagliato, palla sui piedi di Koopmeiners e rete dell’1-1 al 12’. Una reazione d’orgoglio, un segnale di vita, un piccolo momento di equilibrio. Ma nulla più.
Perché quel che accade dopo, al minuto 26, è lo spartiacque. Nunes crossa basso, senza pretese. E Kalulu, forse tradito dal posizionamento, forse dalla pressione, infila nella propria porta. Un’autorete goffa, drammatica, che spezza l’equilibrio psicologico dei bianconeri. Da quel momento in poi, è dominio assoluto City. L’inerzia cambia, il pallone gira solo nella metà campo juventina, Di Gregorio è chiamato più volte agli straordinari. Ma la sensazione è che si tratti solo di resistenza temporanea, di una diga che prima o poi è destinata a cedere.
L’ingresso di Haaland cambia tutto. Anzi, lo chiude.
Il secondo tempo si apre con un segnale chiaro da parte di Guardiola: dentro Erling Haaland, fuori ogni alibi per la Juventus. Il norvegese ci mette appena otto minuti per lasciare il segno: al 53’ raccoglie un pallone vagante e insacca nella porta sguarnita, portando a tre le reti del City e a 300 i gol personali in carriera. Numeri da extraterrestre.
La Juventus, a quel punto, crolla. In campo non c’è più partita. Il centrocampo si sfalda, i cambi non incidono, la difesa smette di comunicare. I buchi si moltiplicano, le marcature si perdono, la rassegnazione prende forma negli occhi di molti. Foden al 70’ e Savinho al 76’ completano l’opera: prima l’inglese finalizza una splendida azione manovrata, poi il brasiliano sfrutta una respinta corta e chiude il conto. Cinque a uno, senza appello. Una lezione durissima.
L’unica carezza: il guizzo di Yildiz e la zampata di Vlahovic
Quando tutto sembra perso, quando i titoli sono già pronti per raccontare una disfatta senza attenuanti, c’è un lampo bianconero. Arriva all’85’, quando il giovanissimo Kenan Yildiz, con una visione da trequartista puro, serve un pallone geniale a Vlahovic. Il serbo si muove sul filo del fuorigioco, controlla e batte Ederson con freddezza. È il 5-2. Non cambia la sostanza, ma regala almeno un sussulto d’orgoglio. Un piccolo segnale che qualcosa, nel fondo di questa squadra, ancora pulsa.
Yildiz, in particolare, merita una menzione. In mezzo al naufragio generale, la sua voglia, la sua lucidità e il suo talento emergono come un faro. Se c’è un volto da salvare in questa nottata amara, è il suo.
Guardiola diplomatico, ma la sostanza resta
A fine gara, Pep Guardiola ha scelto la via dell’eleganza. “La Juventus è sempre la Juventus”, ha detto ai microfoni. Parole di facciata, forse sincere, ma che cozzano con quanto visto in campo. La distanza, oggi, è abissale. Non solo nel punteggio, ma nel modo di stare in campo, nella capacità di gestire i momenti, nella freddezza e nell’organizzazione. Il Manchester City ha dato l’impressione di poter accelerare a piacimento, senza mai dover dare fondo a tutte le energie.
Nel frattempo, una battuta sul futuro di De Bruyne ha fatto il giro del mondo: “Lo allenerà uno dei migliori”, ha detto Pep, alimentando i rumors. Ma oggi, a brillare, è stato il presente del City. E a soffrire, è stato tutto il sistema Juventus.
Tabellino
JUVENTUS – MANCHESTER CITY 2-5
Marcatori: 9’ Doku (MCI), 12’ Koopmeiners (JUV), 26’ aut. Kalulu (JUV), 53’ Haaland (MCI), 70’ Foden (MCI), 76’ Savinho (MCI), 85’ Vlahovic (JUV)
JUVENTUS (3-4-1-2): Di Gregorio; Savona (60′ Gatti), Kalulu, Kelly; Alberto Costa (57′ Cambiaso), Locatelli (57′ Thuram), McKennie (82′ Adzic), Kostic; Nico Gonzalez, Koopmeiners (57′ Yildiz); Vlahovic.
All. Tudor
MANCHESTER CITY (4-1-4-1): Ederson; Nunes, Akanji, Ruben Dias, Ait-Nouri (75′ O’Reilly); Reijnders, Rodri (66′ Gundogan), Bernardo Silva (75′ Cherki); Savinho, Doku (66′ Foden), Marmoush (46′ Haaland).
All. Guardiola
Arbitro: Clement Turpin (Francia)
Ammonito: Kalulu (JUV)