Inter, Chivu tiene i piedi per terra: “Vittoria importante, ma niente proclami. Pio? Va protetto”

Con una prova di carattere e straordinaria lucidità tattica, i nerazzurri mettono in cassaforte il primo posto del girone superando il River Plate al Mondiale per Club, mentre Chivu, tra orgoglio e pragmatismo, smorza gli entusiasmi e ricorda l’importanza di proteggere i giovani talenti come Pio Esposito, già protagonista di un percorso di crescita esemplare.

Redazione
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Seattle, Lumen Field. L’Inter stacca il pass per gli ottavi di finale del Mondiale per Club con una vittoria di peso sul River Plate, cancellando ogni dubbio sulla propria solidità internazionale. Un successo che vale il primo posto nel girone, ottenuto con personalità, intelligenza tattica e fame agonistica. Ma nel post partita, mentre l’entusiasmo si diffonde tra i tifosi, è Cristian Chivu a prendere la scena, riportando tutti alla concretezza con parole misurate e lucidissime.

“Basta proclami, abbiamo solo fatto il nostro dovere”

“Non iniziamo con queste cose”, ha tagliato corto Chivu quando gli è stato chiesto se questa potesse essere l’alba della sua Inter. “Manca solo che cominciamo a parlare di chivuismo“. Poi, analizzando il match, il tecnico ha sottolineato le difficoltà iniziali e la reazione nella ripresa. “Nel primo tempo ci hanno sorpreso con la loro intensità e nel modo in cui attaccavano le seconde palle. Non eravamo pienamente pronti. Ma nella ripresa siamo saliti di livello, con maggiore intensità, più voglia di vincere i contrasti, più verticalità. E così siamo riusciti a creare occasioni pericolose. La vittoria è meritata sotto ogni aspetto: nei duelli, nella gestione e nella capacità di rispondere al loro ritmo“.

Pio Esposito, tra talento e responsabilità

Uno dei nomi più chiacchierati dopo la vittoria è quello di Pio Esposito, autore di una prova convincente e impreziosita da un gol. Ma Chivu, che conosce bene le insidie delle etichette precoci, smorza subito gli entusiasmi: “Ricordiamoci che è un 2005. Serve equilibrio. Non dobbiamo commettere gli errori del passato“. Il tecnico ha voluto evidenziare non solo la prestazione, ma anche il percorso compiuto dal ragazzo: “È entrato in un contesto difficile e ha risposto da professionista. Il gol è il premio del lavoro, della sua intelligenza. Ha scelto di affrontare il calcio dei grandi già a 18 anni andando allo Spezia, e lì ha disputato due stagioni di ottimo livello. Ha ancora grandi margini di miglioramento e, cosa fondamentale, è consapevole di dover continuare a lavorare sodo“.

Un gruppo che rema compatto: la forza è nella testa

Se la vittoria contro il River è stata figlia del talento, lo spirito di squadra è la radice che sta facendo crescere quest’Inter. Chivu lo sa bene e lo dice chiaramente: “Abbiamo fatto due settimane di ritiro intenso e la risposta, a livello caratteriale, è stata straordinaria. Il gruppo si è calato in questa realtà con serietà e umiltà. Siamo qui per andare fino in fondo, e i ragazzi lo dimostrano ogni giorno”. Dal punto di vista metodologico, la squadra ha abbracciato il lavoro del tecnico con spirito costruttivo: “Hanno accettato una metodologia nuova, si sono messi a disposizione e hanno dato tutto in allenamento. Tutti contribuiscono, anche chi non ha ancora messo piede in campo. Sommer, i titolari, chi ha giocato meno, perfino quelli che stanno recuperando da piccoli acciacchi: tutti stanno lavorando con uno spirito straordinario”.

Niente paragoni per Pio, ma l’intelligenza è nel DNA

A chi gli chiede un paragone per Pio Esposito, Chivu risponde senza giri di parole: “Non ne faccio, non sarebbe giusto. E poi io lo conosco da quando era piccolo”. L’analisi dell’allenatore va oltre i numeri: “Pio non è solo un finalizzatore, è un ragazzo che ha imparato a usare il corpo, che regge il confronto fisico con i difensori esperti, ma soprattutto ha una lettura intelligente del gioco. Anche i fratelli sono bravi calciatori, credo sia un talento di famiglia. Complimenti ai genitori“.

Un’ultima battuta chiude il confronto con i giornalisti e strappa un sorriso: “Mi ha detto che non ha mai giocato con suo fratello Sebastiano. Oggi volevo dargli questa occasione, ma Pio non ne aveva più. Ma prima o poi capiterà, e sarà un bel momento“.

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